NATURA E ARTIFICIO
by Fiorella Rabellino
piccoli saggi sulla storia dei GIARDINI
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IL SETTECENTO - IL GIARDINO PAESAGGISTICO "ALL'INGLESE"

Il modello di giardino che diventa dominante nell'Europa del Settecento ha origine in Inghilterra, in una situazione politica e culturale specifica, si pone in diretta contrapposizione rispetto al giardino "alla francese" che si è diffuso nel corso del Seicento, e si richiama a forme naturalistiche e non geometriche. In virtù di queste caratteristiche, questo giardino è detto, di volta in volta, all'inglese o anglo-cinese, paesaggistico (traduzione italiana della definizione originale "landscape garden"), informale, naturalistico, pittoresco: tutti aggettivi che definiscono più o meno lo stesso tipo di giardino, benchè assumano nel tempo sfumature di significato differenti. in riferimento a specifici stili e correnti di pensiero.

L'idea di natura non deve ingannare sulla realtà di questa estetica del giardino, infatti se pure ispirato a ideali in netta contrapposizione con il giardino geometrico, non meno di questo plasma e modifica artificialmente la natura per ottenere l'effetto voluto, anche se questo effetto deve essere improntato alla massima naturalità.

L'origine del giardino all'inglese ha le sue basi nella situazione socio-politica dell'Inghilterra del XVIII secolo, nell'arte e nella letteratura.

Politicamente, in Inghilterra a partire dal 1714 si è affermata una monarchia costituzionale, che si contrappone alle monarchie assolute che ancora dominano l'Europa, in particolare quella francese. Assume grande importanza il Parlamento, diviso tra la presenza dei rappresentanti Whig (classe dei commercianti-imprenditori per cui la natura libera ha un vero e proprio significato politico) e dei Tory (grandi proprietari terrieri per cui la campagna rappresenta la tradizione). Le due classi hanno comunque interessi economici in comune: entrambi investono nelle colonie e partecipano del forte rilancio dell'economia inglese. La corte non è più il modello riconosciuto di organizzazione socio-politica del potere. I nuovi capisaldi sono la libertà e la proprietà. Libertà rispetto all'assolutismo monarchico di origine divina; proprietà - sottinteso terriera - intesa come mezzo per ottenere un posto ed avere voce in capitolo tra chi decide e detiene il potere.
L'atteggiamento di opposizione all'assolutismo (di cui maggior rappresentante è la Francia) provoca un sentimento di opposizione al dominio-forzatura della natura che si legge nei giardini alla francese. La campagna, e nella fattispecie il paesaggio rigoglioso e curatissimo della campagna inglese, è la nuova espressione del mondo liberale.

In quest'ottica il giardino si mette in relazione con i concetti di proprietà, di paesaggio e di 'improvement' (miglioramento - in senso sociale - o abbellimento - in senso estetico).
Per primo Joseph Addison (giornalista e scrittore) si chiede perché una proprietà non possa diventare un vero e proprio giardino solo attraverso l'attenzione estetica nei piantamenti e nella disposizione degli elementi naturali.
L'idea di un'Inghilterra conquistatrice e portatrice di civiltà si identifica con quella di una nuova Roma, ed in quanto tale fa riferimento all'antichità classica (sempre valida!) come valori e come modelli estetici. Questa idea trova poi la maggiore diffusione possibile attraverso  la conoscenza che gli inglesi acquisiscono della classicità attraverso la pratica del viaggio in Italia in cui vengono direttamente in contatto con la secolare espressione di questa classicità. Accanto alle vestigia romane, un altro modello si impone: quello delle fabbriche palladiane.
La cultura veneta della "vita in villa"  rivive nel revival palladiano dei nobili inglesi, il rapporto armonioso che si instaura tra la villa, il giardino dalle forme semplici, e il paesaggio veneto diventa il modello architettonico e culturale per le residenze della nobiltà inglese. Nel 1715 esce la prima edizione inglese dei 4 libri di Palladio, nel 1728 Robert Castell, finanziato da Lord Burlington, pubblica "Villas of Ancient" in cui descrive le ville degli antichi sulla base letteraria di Vitruvio e Plinio.
E' l'inizio dell'espansione di una nuova cultura del fare giardini.